🧑🏼‍💻 I.Carrara                🗄️ Capitalismo Etico               🗓️ 06 Marzo 2024

L’ascesa della finanza etica è resa evidente dalla crescente adozione degli indici ESG, una sigla che sta per Environmental, Social, e Governance. Questi tre pilastri rappresentano le dimensioni fondamentali della finanza sostenibile, offrendo una panoramica comprensiva sull’impegno di aziende, titoli o fondi in termini di sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e integrità nella governance.

 

Da un lato, l’aspetto ambientale prende in considerazione fattori critici quali le emissioni di CO2, l’efficienza nell’uso delle risorse naturali, l’impegno contro il cambiamento climatico, la protezione della biodiversità e la sicurezza alimentare.

 

Sul fronte sociale, il rating esamina il rispetto dei diritti umani, le condizioni di lavoro, inclusa la problematica del lavoro minorile, e promuove l’equità e l’inclusione, assicurando che le pratiche aziendali sostengano una società più giusta e integrata. Importante è anche la verifica dell’etica nella catena di fornitura, garantendo che ogni anello rispetti questi standard elevati.

 

Infine, la governance riguarda la struttura e le politiche interne delle aziende, inclusa la presenza di consiglieri indipendenti nei consigli di amministrazione, politiche di diversità che abbracciano genere, etnia e oltre, e un sistema di remunerazione per il top management che sia direttamente collegato al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità.

 

Nel corso del 2020, gli investimenti finanziari orientati alla sostenibilità hanno rappresentato circa il 36% del totale degli asset gestiti a livello globale, raggiungendo una cifra impressionante di circa 35 trilioni di dollari. Questo ammontare segna più che un raddoppio rispetto ai valori registrati nel 2016[1]. 

 

Le problematiche legate agli indici ESG si manifestano in diversi aspetti critici: Incoerenza tra le agenzie di rating, sovrastima del reale valore, Rilevanza limitata per le aziende meno virtuose ed infine incompatibilità con gli obiettivi di Parigi per il 2050.

 

Una delle sfide più significative nel panorama degli indici ESG riguarda la trasparenza e l’affidabilità dei rating. La discrepanza tra le valutazioni fornite da diverse agenzie evidenzia un problema di fondo: l’assenza di un approccio uniforme nell’analisi della sostenibilità aziendale [2]. Tale divergenza crea ostacoli notevoli allo sviluppo omogeneo delle pratiche di finanza sostenibile.

Un altro studio, confrontando sei tra le principali agenzie di rating, tra cui Asset4 (Refinitiv), MSCI KLD, MSCI IVA, Bloomberg, Sustainalytics e RobecoSAM, emerge una variazione sostanziale nei rating ESG attribuiti. Questa variabilità deriva dalle diverse metodologie adottate da ciascuna agenzia nell’esaminare e valutare la sostenibilità delle imprese, portando a risultati eterogenei [3]. Questa incertezza rende complessa la selezione delle aziende realmente impegnate in pratiche virtuose, compromettendo l’efficacia degli indici ESG come strumenti di orientamento per gli investitori.

 

Inoltre, considerando che gli strumenti ESG sono relativamente nuovi, essendo stati introdotti principalmente negli ultimi 15 anni, e l’assenza di una definizione precisa e consolidata, si osserva che i rating, anche all’interno della stessa agenzia, hanno subito significative evoluzioni nell’ultimo decennio. Un’analisi che confronta le agenzie di rating ESG più rappresentative nel mercato finanziario tra il 2008 e il 2018 mostra come queste abbiano integrato nuovi criteri nei loro modelli di valutazione, in particolare relativi agli aspetti ambientali e di governance, al fine di fornire un’analisi più robusta e precisa delle performance aziendali. [4]. 

 

Un altro problema riguarda la sovrastima dei rating ESG. Il problema con i rating ESG è che non misurano le prestazioni ESG delle aziende attraverso l’ottica delle catene di approvvigionamento globali che sostengono le loro operazioni[5, 6]. Questo approccio parziale significa che gli attuali rating ESG potrebbero risultare sovrastimati. È chiaro, quindi, come cert aziende possano ottenere un buon rating ESG nonostante siano coinvolte in pratiche discutibili, come lo sfruttamento dei lavoratori nelle miniere di cobalto del Congo[7]. Inoltre, le valutazioni relative ai rischi climatici e alle emissioni di carbonio sono al meglio incomplete[8]. 

 

Un’altra problematica significativa riguarda l’efficacia dei rating ESG nel settore finanziario, soprattutto per quanto concerne il contrasto alla crescita di aziende considerate non virtuose. Un esempio lampante è Amazon, recentemente sanzionata in Francia per eccessivi controlli sui propri dipendenti [9]. Ulteriori indagini hanno evidenziato condizioni di lavoro precarie per i corrieri di Amazon a Milano, con ritmi di consegna estremamente serrati, calcolati in soli 4 minuti per ciascuna consegna [10]. Nonostante queste criticità, Amazon mantiene un rating ESG di medio livello, con valutazioni particolarmente basse per quanto riguarda le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti. Tuttavia, questa valutazione sembra non influenzare minimamente la sua traiettoria di crescita, sia in termini di valore di mercato che di fatturato. Nel terzo trimestre del 2023, l’azienda ha registrato ricavi per 143,08 miliardi di dollari, segnando un incremento del 13% rispetto ai 127,1 miliardi del trimestre precedente [11].

 

Una questione ancora più profonda riguarda la compatibilità degli attuali indici ESG con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi per il 2050. La ricerca condotta da Accenture [12] svela una realtà preoccupante: soltanto il 9% delle aziende europee è effettivamente in linea con il percorso necessario per soddisfare gli obiettivi climatici stabiliti per il 2050. Questo dato mette in luce una significativa discrepanza tra le valutazioni positive ESG attribuite a molte aziende e la loro reale capacità di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico e alla transizione verso un’economia sostenibile.



Bibliografia:

 

[1] Global Sustainable Investment Alliance, Global sustainable investment review 2020, 2021

[2] Aggregate confusion: The divergence of ESG ratings, F. Berg et al

[3] Sustainable investing with ESG rating uncertainty, D Avramov et al.

[4] Rating the Raters: Evaluating how ESG Rating Agencies Integrate Sustainability Principles, E. Olmedo et al.

[5] Tang, C. S. “Integrating ESG measures and supply chain management: research opportunities in the post-pandemic era.” (2021).

[6] Escrig-Olmedo, Elena, et al. “Rating the raters: Evaluating how ESG rating agencies integrate sustainability principles.” Sustainability 11.3 (2019): 915.

[7] Rosso cobalto. Come il sangue del Congo alimenta le nostre vita, S. Kara

[8]The Conventional Wisdom On ESG Is Wrong. Now What?, Forbes

[9] Amazon, sanzione da 32 mln in Francia per eccessiva sorveglianza dei dipendenti, Il sole 24 ore.

[10]Una giornata su un furgone Amazon: “L’algoritmo è spietato, una consegna ogni 4 minuti e mezzo. Alcuni fanno pipì nell’abitacolo per guadagnare tempo”, La Repubblica

[11] Amazon, trimestrale meglio delle attese: ricavi su del 13%, il sole 24 ore.

 

[12]https://www.accenture.com/content/dam/accenture/final/a-com-migration/manual/r3/pdf/pdf-165/Accenture-Reaching-Net-Zero-by-2050.pdf

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